Cauzione per chi viene a giocare in Italia

di Serafino Liberati

Siamo alle solite! Ancora una volta una città, e questa volta si tratta di Roma, ha dovuto subire le violenze senza senso, con conseguenti devastazioni, di gruppi di scalmanati delinquenti, mascherati da” sportivi”,a cui della competizione sportiva non importava assolutamente nulla. Mi riferisco allo scempio provocato gratuitamente il 18 sera ed il 19 al centro della città, da parte di un considerevole numero di olandesi, ubriachi e violenti, pseudo tifosi della squadra di calcio del Feynoord, che, peraltro, ed è necessario sottolinearlo, non avevano alcun motivo “sportivo”per il loro sconsiderato comportamento, non essendo statI “innescati” né da rivalità cittadine né da foga agonistica, ma spinti solo da una volontà assurda di distruggere!Il bilancio è disarmante:18 feriti, di cui 13 agenti e 5 “tifosi”, 28 arrestati e 19 condannati per direttissima, senza contare l’ammontare dei danni ai monumenti ed agli esercizi pubblici e perché no ,lo spavento per i pacifici cittadini e turisti; quasi un bollettino di guerra e quello che fa più rabbia ,senza motivo.

Un plauso va alle Forze dell’Ordine, per la determinazione ,unita alla prudenza, con le quali hanno saputo gestire le varie circostanze, evitando,il pericoloso coinvolgimento,nei disordini,dei numerosi turisti e cittadini presenti.

Certo è necessario, anzi, indispensabile rivedere il sistema di accoglienza dalla base, per evitare analoghe situazioni future: per prima cosa penso debba essere prevista la possibilità per le competenti autorità di emanare ordinanze di divieto di vendita di alcolici, in prossimità di eventi sportivi di particolare rilievo, che contempli tale divieto effettivamente per tutti gli esercizi pubblici, compresi i bar degli alberghi ed i supermercati; In secondo luogo sarà necessario attuare un completo sistema di filtraggio, soprattutto verso i centri storici, con varchi protetti per tutto il periodo dell’evento. Dovranno, poi, essere ipotizzati provvedimenti d’intesa con le autorità calcistiche nazionali ed europee, quali: la possibilità di far corrispondere, anteriormente all’evento, dalla Società ospitata a quella ospitante una somma proporzionale al numero dei biglietti concesso( ad esempio 2000/3000 euro a biglietto), come preventiva cauzione ,per eventuali danni, a persone o a cose, provocati dai propri tifosi, cauzione che sarà restituita interamente in caso di normale svolgimento dell’evento; ed, infine, anche l’obbligo di far scattare la responsabilità oggettiva della Società ospitata che in caso di danni gravi, non soddisfatti dalla cauzione di cui sopra, possa essere chiamata a concorrere fino alla completa copertura degli indennizzi e sia comunque condannata, in relazione alla gravità dei fatti, alla sospensione dalle competizioni internazionali da 2 a 5 anni , raddoppiabili, in caso di recidiva entro 5 anni .Tali norme dovrebbero essere estese anche agli incontri fra Rappresentative Nazionali, nel qual caso gli obblighi economici verrebbero assunti dalle Federazioni nazionali Le Società e le Federazioni che non dovessero accettare queste norme dovrebbero essere escluse ,a priori, dalle competizioni internazionali.

I fatti accaduti aprono la stura anche a riflessioni di ordine politico che investono inevitabilmente anche l’Europa; basta una domanda: è possibile che nel costruire questa Europa, travolti dalle difficoltà di ordine economico e strutturale ci siamo dimenticati dei valori fondanti delle società civili quali: l’arte ,la cultura e soprattutto il rispetto per gli altri ; ma che razza di Europa vogliamo costruire per i nostri figli e nipoti?

Quelli di cui sopra sono provvedimenti che potranno essere adottati o surrogati da altri, che dovessero essere ritenuti più efficaci, fatto sta che ritengo assolutamente necessario muoversi subito e con estremo rigore(e non attendere la prossima volta) per evitare in maniera concreta la possibilità che possano ripetersi simili situazioni, che mettono a repentaglio lo stato dei luoghi e soprattutto la sicurezza dei nostri cittadini ;e… non stiamo parlando dell’ISIS.