- Inquadramento
Oggi uno dei problemi più pressanti , con il quale tutti si debbono confrontare, è sicuramente l’anomalo flusso migratorio proveniente da vari paesi dell’Africa e del Medio Oriente, che ha, come suo obiettivo immediato le coste italiane, confine meridionale più vicino dell’Europa.
L’Europa , assieme alla NATO ed agli Stati Uniti,fino al 1989, anno della caduta del muro di Berlino,aveva considerato il Mediterraneo come un quadrante essenziale della difesa dell’’Occidente; le sue acque erano presidiate dalla VI Flotta degli USA e dalla Marina Italiana, considerata allora una delle migliori del bacino. Fino ad allora, ancorchè si fossero sviluppati eventi bellici di vasta portata(Crisi Libano-Isdraeliana, guerra dei 6 giorni, crisi Somala,crisi dei paesi sub-sahariani ecc.)non vi erano stati tentativi di migrazione di massa per sfuggire alla guerra o se vi erano stati venivano ben contenuti dagli accordi con i paesi di origine o di transito, soprattutto con la Libia di Gheddafi.
Con la caduta del muro di Berlino, l’Europa, la NATO e gli USA si sono praticamente disinteressati del Mediterraneo, presi com’erano a fraternizzare con i paesi dell’Est, in quanto la preoccupazione della NATO è stata rivolta, quasi esclusivamente,ad avvicinarsi il più possibile alle frontiere dell’ex Unione Sovietica, inglobando nell’Europa Unita e di conseguenza nella NATO, quanti più Paesi possibile dell’ex Patto di Varsavia. A questo si aggiunga l’assolutamente inopportuna guerra al dittatore libico condotta, nel 2011, dall’Europa di Francia ed Inghilterra dove siamo stati trascinati,nostro malgrado ,che ha provocato la caduta del dittatore senza però ,che quell’Europa provvedesse ad individuare e consolidare poi, un governo che stabilizzasse il Paese.
- La Minaccia
Tre sono le componenti connesse oggi con il fenomeno delle migrazioni di massa: Terrorismo, Criminalità Organizzata ed Economia che ci pongono il problema da una duplice angolazione:
- Popolazioni che fuggono dalla Siria, dall’Irak, dal Corno d’Africa dall’Africa sub-sahariana, per sfuggire alla guerra o per sottrarsi ad organizzazioni terroristiche che intendono annientarle perchè di religione od etnie diverse;
- Popolazioni che, come un’onda inarrestabile,si spostano in massa in parte per i motivi suddetti ,ma soprattutto, per trovare condizioni di vita migliori di quelle dei loro paesi.
- La Risposta
Le due situazioni richiedono, evidentemente interventi di diversa natura e di diversa portata,
ma che debbono avere come presupposto comune 2 Principi fondamentali:
– 1°, che lo Stato(qualunque esso sia)non può non tener conto degli Accordi Internazionali sui flussi migratori , sugli interventi di soccorso in mare, sull’accoglienza dei richiedenti asilo, ma allo stesso modo non può e non deve voltare le spalle al diritto dei suoi cittadini di pretendere una vita senza le incombenti minacce, implicitamente connesse ad una “accoglienza” illimitata e non ben regolamentata;
-2°, che il problema vero non sono i trafficanti, che rappresentano solo lo strumento e, contro i quali sarà necessario coinvolgere tutti i Paesi di provenienza e di transito, dal punto di vista giudiziario e della intelligence, perché la carenza in questo campo è di livello internazionale ,se è vero, come lo è, che il traffico dei migranti è opzione quasi esclusiva di gruppi criminali stranieri, i cui vertici rimangono nei paesi di origine o di transito e che, nel nostro paese operano con figure di 2° piano che hanno solo il compito di gestire il passaggio dei gruppi di migranti in Italia ed il successivo loro passaggio all’estero, per cui noi possiamo perseguire solo l’ultimo anello della sporca catena, ma non gli organizzatori responsabili.
Il problema vero, trafficanti o non, sono le centinaia di migliaia, ma si parla addirittura di milioni, di esseri umani in attesa di trasferirsi in cerca di un mondo migliore: e la storia è dalla loro parte: gli uomini sono sempre stati , e lo sono ancora, in movimento.
Fatta questa indispensabile premessa passiamo ad esaminare i possibili interventi, non dico soluzioni perché ritengo che in questo campo non esista una soluzione unica e che, comunque, quelle che possono essere individuate non saranno per nulla facili.
a). per le Popolazioni che intendono lasciare il loro paese a seguito di conflitti ma che poi hanno intenzione di ritornarvi, sarà necessario stringere accordi con i Paesi rivieraschi che hanno mantenuto un assetto politico stabile(Egitto, Algeria, Tunisia, Marocco, Qatar)per istallare, nei loro territori, dei campi di accoglienza- non campi profughi-, con caratteristiche moderne, gestiti da personale ONU, tratto da Paesi non coinvolti, possibilmente europei con maggioranza italiana, dove impiegare medici, insegnanti e tutte quelle figure professionali che qualifichino questi campi come dei veri campi di accoglienza e soggiorno,nei quali riversare anche i fondi di aiuto europei,dove i bambini possano andare a scuola,i ragazzi imparare un lavoro o continuare gli studi e gli uomini e donne continuare ad esercitare l’attività che svolgevano nel loro paese con un sistema di acquisizione dei prodotti ,da parte degli Stati impegnati.
Terminati conflitti,la cui risoluzione dovrà essere una priorità dell’ONU, perché il problema riguarda indistintamente tutti, i migranti potranno tornare nelle loro terre e continuare la loro vita. Potrebbe, a quel punto essere stabilita una quota per ciascuno dei paesi di origine, a cui potrebbe essere concesso un visto preferenziale per lavorare nei paesi occidentali(anche per questi con quote prefissate).
b)Diverso l’approccio se pensiamo a dei flussi migratori di portata biblica, tesi a spostarsi e guadagnare il loro diritto di esistere in Paesi che ritengono più favorevoli dei loro come condizioni economiche e sociali. In questo caso non può essere solo l’Italia, e nemmeno solo l’Europa,ma è l’intero contesto mondiale a doversi far carico delle possibili soluzioni; di fatto neppure nel vecchio continente abbiamo trovato chiare aperture, anche se , nell’ultimo Consiglio Straordinario di Bruxelles, si è potuta avvertire una qualche minuscola crepa nel muro del disinteresse generale al problema.Cosa si potrebbe fare?:
- a) in campo internazionale
-innanzitutto, rimodulare con maggiori competenze e poteri l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati(Unhcr)trasformandolo in un Autority per i migranti (e non solo per i rifugiati), ponendolo sotto il diretto controllo del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, con poteri cogenti di trasferire i migranti che fuggono da zone di crisi, in paesi sicuri,di qualunque Continente, che abbiano la capacità di fornire loro assistenza ,lavoro e possibilità di concreta integrazione;
-dovrebbero essere individuati dall’ONU, paesi che concedano asilo attraverso le Ambasciate, con il risultato che i migranti potrebbero indirizzarsi automaticamente e legalmente verso i Paesi cui aspirano ,senza l’avventura di costosi e soprattutto pericolosi viaggi;
-sarebbe necessario offrire la possibilità da parte di tutti gli Stati di contemplare l’ emigrazione per lavoro, con permessi di soggiorno facilitati per migranti che provengono da paesi in crisi;
-sarebbe necessario rivedere in ottica riformativa il trattato di Dublino,che vieta ai rifugiati di trasferirsi in Paesi diversi da quello di sbarco(se arrivano in Italia sono costretti,se identificati, a rimanere in Italia o ad essere rimandati in Italia se sorpresi all’ Estero, la qual cosa induce forse ad una carente identificazione);
b)in campo nazionale
–sarebbe opportuno, come ci viene richiesto da più parti di ripristinare l’operazione Mare Nostrum(tesa alla salvaguardia delle vite in mare) annullando l’operazione Triton di Frontex(tesa alla chiusura delle frontiere) che ha prodotto migliaia di morti;
– sarebbe opportuno dotare tutti i migranti di un tesserino a microcip, contenente i loro dati sanitari e …..conseguentemente la loro identificazione anagrafica( vi sono oggi società che provvederebbero a prezzi irrisori);
– sarebbe necessaria la costituzione di un unico organismo di solidarietà per i migranti, che coinvolga pure varie realtà, e che consenta un sostegno concreto, ma univocamente controllabile e controllato, per questi ultimi, veramente sostenibile dal Paese, in tutti i sensi,e compatibile con i principi del diritto internazionale umanitario e del nostro ordinamento sociale.
-sarebbe opportuno, in una situazione di disinteresse europeo(ma questa è una proposta di rottura) dislocare i CARA(Centri Accoglienza Richiedenti Asilo) lungo i confini del Nord Italia, per favorire i migranti, non identificati, che volessero andar via dall’Italia, mettendo così un po’ di pressione ai partner europei;
LIBIA
Per quanto attiene il problema Libia l’unica soluzione ,ritengo, sia quella di proporre alle 4 Superpotenze:Europa, Stati uniti, Cina e Russia,che vivono tutte con la paura del terrorismo con il quale sono state costrette a confrontarsi,di agire insieme( hanno la forza di ogni tipo per farlo)per imporre la ricostruzione di uno Stato libico ,con il quale si possa colloquiare nei termini prima esposti. Un intervento militare sarebbe controproducente e comunque non dovrebbe vedere l’Italia come investita della leadership, perché avendo nel suo territorio il Vaticano ,alimenterebbe, comunque, a torto o a ragione, la tesi di una guerra di carattere religioso, che è l’ultima cosa da augurarci.